Il quadro rappresenta un uomo che si tura le orecchie in mezzo alla folla di volti indifferenziati con le bocche spalancate. La gente parla e le mille voci che abbiamo nella testa spesso hanno i mille volti della gente indifferenziata. Chi parla? chi giudica? Il giudizio degli altri diventa una sensazione costante di essere oggetto delle critiche altrui. Questi tempi dalle facili critiche creano solitudini e minimizzano senza affanno per il danno arrecato.

Dipingere mi fa stare bene, provo una profonda pace, come in un momento d’intimità in cui sento che faccio qualcosa di buono. Come se uscisse da me un po' della mia anima. I colori sulla tela sono come sentimenti che fai fatica a raccontare.

Quando le persone guardano i miei quadri sono curioso e voglio vedere che reazione hanno, ma ciò che mi rende più curioso sono i moti d'animo che le persone nascondono cercando di apparire sempre a posto. Nel mio lavoro ascolto tanto i racconti della gente che non manca di raccontarsi. Sono per me d'ispirazione.
I miei quadri vogliono raccontare i moto d'animo come quando ci si trova di fronte ad un’emozione forte di qualcuno che ti sta dinanzi. Una cosa è certa, così come non tutti riconoscono i propri sentimenti, non tutti sono disposti a lasciarsi coinvolgere.