Arlecchino è il mio personaggio preferito, ne ho dipinti molti ed ancora molti ne dipingerò, perché metterlo su tela è per me un atto liberatorio, un affermare la mia personalità in questo grigio mondo monotono.
E' ogni volta come un parto, e l'essere che ne esce in qualche maniera è un elemento che mi arricchisce e mi rinforza.
Infatti ogni volta che un Arlecchino mi lascia per andare a decorare una casa "straniera", devo subito crearne almeno un altro, per mantenere così vivo il contatto fra me e questa bizzarra creatura.

Io non sono mai stato un dopolavorista, uno di quelli che vivono una vita tranquillamente al riparo di un lavoro "normale" che magari odiano, e seguendo poi la "passione" nei ritagli di tempo, costantemente nella paura di buttarsi a capofitto in quella che dovrebbe essere una Vocazione.
Non ho paura.
Ho vissuto facendo il tatuatore negli anni in cui i tatuaggi erano aborriti dalla massa, esprimendo la mia Arte sui corpi delle persone, fino a quando ho capito che la mia Vocazione era un'altra, dovevo assolutamente cambiare modo di espressione: la Pittura è stata un cambio di passo quasi obbligato, la ricerca di uno stile prima, l'apertura dello studio d'arte poi, osservando divertito i colleghi artisti che si fermavano per darmi del pazzo.
sarò anche pazzo, è vero, ma non concepisco l'Arte come un hobby o un ripiego.
l'Arte, anzi la pittura, è la mia vita: il mio stile, un po' pop art e un po' cubismo.